Come ho già avuto modo di raccontarvi più volte in questo ultimo periodo su Instagram sto sbirciando qua e là, alla ricerca di profili che mi possano colpire per creatività, stile, eleganza e originalità…così facendo ho avuto modo di incontrare Antonella Cimmino e la sua bacheca Instagram.
Me ne sono innamorata!
Instagram ormai è popolato da un numero infinito di persone: di creativi se ne trovano tanti e sicuramente nella totalità quelli che si distinguono e propongono qualcosa di davvero interessante sono parecchi.
Certo è che dobbiamo davvero guardare nella complessità di tutti i profili di qualsiasi settore: se si va più nello specifico, almeno secondo me si fa difficoltà ad individuare persone creative che sappiano distinguersi proponendo un proprio stile senza badare troppo alle tendenze del momento.
Se entrate nella bacheca di Antonella immediatamente vi accorgete di trovarvi in una dimensione a sè, completamente autonoma e originale, bella, pulita, ordinata, curata nel minimo dettaglio.
La luce delle sue foto è luminosa e chiara e allo stesso tempo tenebrosa, riflessiva, accattivante.
I suoi scatti sembrano lì a raccontare una storia, probabilmente proprio quella di Antonella che oltre ad essere una grande appassionata di fotografia lo è anche di cucina tanto da fotofragare proprio le sue ricette.
L’ho subito contattata anche perché la foto di copertina è un suo ritratto che parla di una ragazza giovane e fresca, riflessiva ma sicuramente sorridente…come fare a non provare a conoscerla?
Ci siamo trovate e la mia ammirazione con i giorni è cresciuta tanto da decidere di condividere con voi questo piacevolissimo incotro, perché, vi assicuro, merita davvero la pena seguire la sua splendida bacheca.
Ecco quindi le domande che ho pensato per lei e come Antonella Cimmino ha deciso di risponderci.

La mia passione per la fotografia è nata nel 2016 quando ho acquistato il mio iPhone 6, lo stesso che uso tutt’ora per scattare.
Non ne ho mai fatto un mistero, ho sempre dichiarato apertamente di non utilizzare una camera professionale per realizzare i miei scatti.
Un po’ di anni fa un bravissimo fotografo mi ha detto: «non è la fotocamera che fa la foto, ma l’idea, la luce e la composizione».
Quell’incontro è stato un’illuminazione, ha fatto nascere in me un’importantissima consapevolezza: la fotografia non è solo per una ristretta élite che dispone di mezzi sofisticati, ma di chiunque abbia voglia di comunicare qualcosa.
Ho fatto mio questo ideale di fotografia e, nonostante io abbia l’intenzione di iniziare ad utilizzare anche una macchina fotografica, continuo a scattare col cellulare per dimostrare che se una foto parte da un’idea vincente, è ben composta ed ha la giusta luce, allora è una foto che vale a prescindere dal mezzo con cui è stata realizzata.
La scelta della FOODPHOTOGRAPHY in particolare, è legata ad un’altra mia grandissima passione: la cucina!
Ho imparato a cucinare fin da piccola osservando mia madre.
Lei è un’ottima cuoca e una donna paziente, che ha sempre preferito un pavimento sporcato di farina da bambine curiose (io e mia sorella), piuttosto che tenerci lontane dalla cucina pur di avere tutto in ordine!
Sono cresciuta “con le mani in pasta” come si suol dire!
Col tempo mi sono resa conto che quelle due attività che in principio sembravano semplicemente un passatempo, in egual misura avevano iniziato a farsi strada prepotentemente nei miei momenti liberi e che era giunto il momento di crearne una felice unione!
A dicembre 2017 inizia la mia avventura con la food, che tra impegni e sacrifici ancora continua, con lo stesso slancio di quando è iniziata.
Non so dire se una delle due passioni sia effettivamente più forte dell’altra, però, se dovessi basarmi sulla mia esperienza di fotografa di food, credo che nel mio caso sia la cucina ad essere ancella della fotografia e non viceversa. Il più delle volte quello che cucino è in funzione della fotografia che andrò a scattare, prima penso se un soggetto possa essere interessante e gradevole in foto e poi lo cucino, più di rado avviene il contrario.
Non ho iniziato a dedicarmi alla foodphotography senza avere alcuna cognizione di causa, per mia fortuna ho incontrato sulla mia strada una persona molto speciale (il fotografo che ho citato prima), che mi ha avviata alla scoperta delle regole di base della fotografia. In principio il mio interesse era unicamente per la fotografia, solo più tardi si è trasformato in trasporto totale per la foodphotography.
In merito alla food infatti, posso dire di essere totalmente autodidatta. In generale non ho mai seguito corsi né di fotografia né di food styling. La mia unica scuola è stata l’osservazione: guardavo costantemente foto di cibo (lo faccio tutt’ora), ne scrutavo e studiavo la luce, i colori, la composizione, la scelta e l’accostamento degli oggetti in ogni scena.
Partendo da dei modelli ho cominciato le mie prime sperimentazioni; in particolare all’inizio studiavo attentamente il comportamento della luce nelle foto, cercavo di capire l’autore dello scatto come avesse lavorato per arrivare a quel prodotto finale, perché avesse usato proprio l’accostamento di quei colori che ai miei occhi risultavano così gradevoli.
Volevo riuscirci anche io, a tutti i costi ! ed è stato così che provando, riprovando e soprattutto sbagliando le mie foto hanno iniziato a prendere forma. Quando la luce ha incominciato ad avere meno segreti per me, si è aperta la fase in cui ho iniziato a curare la composizione e i dettagli dei miei scatti, fino ad arrivare all’accumulo maniacale di props… ma questa è un’altra storia!!!!
3- Quanto dedichi del tuo tempo alla cucina e alle tue ricette? quando cucini ti piace inventare? del caso come avviene il processo che ti porta ad una nuova ricetta?
Cucino quotidianamente perché da qualche mese vivo da sola, ammetto però di avere un atteggiamento leggermente diverso in base alle circostanze in cui devo cucinare.
Quando torno stanca da lavoro non sempre sono così accurata nella preparazione dei miei pasti, il più delle volte mi organizzo con pranzi leggeri e non troppo impegnativi.
Se al contrario il motivo per cui devo cucinare è un pranzo speciale o un piatto per un mio set fotografico, allora divento quasi maniacale!
Ogni cosa deve essere perfetta: amo coccolare i miei ospiti e sono attentissima ad ogni minuzia, soprattutto se il piatto che devo preparare sarà il soggetto di un mio scatto (non sono rari i casi in cui posiziono la sedia di fronte al forno, mi siedo e osservo la cottura di un dolce per paura che si scurisca troppo!!!).
In cucina mi piace sperimentare, ma con moderazione! Diciamo che mi affascina di più assaggiare le sperimentazioni degli altri che farne di mie (me la cavo meglio a sperimentare nei miei set).
Se sono io a cucinare evito accostamenti troppo arditi.
4- Cosa preferisci cucinare? La tua famiglia apprezza le tue qualità da cuoca e fotografa provetta?
Amo preparare biscotti!
Credo che regalare biscotti fatti in casa sia una delle più belle dimostrazioni d’affetto! Devo dire però, che mi piace cucinare in generale e, da buona donna del sud, un piatto che mi riesce particolarmente bene (almeno stando al giudizio di chi lo ha assaggiato) sono spaghetti e vongole.
La mia è una famiglia molto semplice che senza invadere troppo i miei spazi, mi ha sempre sostenuta e appoggiata nelle scelte.
Sull’argomento cibo il più critico è senza dubbio mio padre, uomo incontentabile e orgoglioso che difficilmente quando cucino si lascia scappare un complimento, ma se “l’uomo del monte dice sì” allora vuol dire che quel giorno mi sono davvero superata!
Per quanto riguarda la fotografia, inizialmente non capivano bene che senso avesse ciò che facevo.
Per i miei era inconcepibile che io impiegassi così tanto tempo a cucinare un piatto gustoso per poi renderlo gelido e quasi incommestibile lasciandolo ore appoggiato su una base per cercare di fotografarlo.
Col tempo l’amore genitoriale li ha abituati a tutte le mie stranezze: il silenzio totale mentre scatto, il disordine dopo aver allestisco un set, la totale impossibilità di assaggiare qualsiasi cosa prima che io l’abbia fotografata, il monopolio della mansarda (luogo eletto che custodisce la mia catasta di props che nessuno può spostare o toccare…).
Sarà la luce che ogni volta che scatto leggono nei miei occhi che li avrà convinti a sopportarmi anche nei miei momenti di estrema pesantezza!

Il 2018 è stato un anno di svolta nella mia vita, ho cambiato città e ho iniziato un nuovo lavoro.
Attualmente vivo a Piacenza e sono una professoressa: insegno alle medie.
Sono campana di nascita e di cuore, il mio paese di origine si chiama Limatola, luogo per molti sconosciuto in provincia di Benevento. La scelta di trasferirmi ha inevitabilmente avuto delle ripercussioni anche sulla mia possibilità di scattare foto.
Quando a settembre ho iniziato il lavoro come insegnante e mi sono resa conto di quanto impegno richiedesse ho dovuto compiere una scelta. Non era più possibile per me dedicarmi a tempo pieno alla fotografia (per non parlare dell’aggravante di non avere più con me tutti i miei props). É così che la fotografia è diventato il mio momento libero per eccellenza!
Certo, i momenti in cui sono davvero libera sono ridotti all’osso, ma se ami profondamente qualcosa non smetti solo perché le responsabilità ti impongono di fare altro. Questo cambiamento ha reso il mio rapporto con la fotografia più saldo, maturo e consapevole, come ho scritto mesi fa in un post su ig, ho iniziato a pensare alla mia vita e al rapporto con la fotografia come al succedersi delle stagioni: l’autunno e l’inverno saranno per me un periodo di maggiore letargo creativo per poi ritornare a primavera, ma soprattutto d’estate!
Il mio momento creativo sta per ritornare e devo ammettere che adesso non vedo l’ora, perché fotografare con maggiore frequenza mi manca moltissimo!
Amo gli animali e non mi riferisco solo al cane, al gatto e a tutti quelli che si possono definire domestici!
Rispetto qualsiasi forma di vita sulla terra, nel momento in cui anche un piccolo insettino sta facendo il suo normale corso che non lede la mia vita, lo lascio vivere tranquillo: semplicemente apro la finestra e lo faccio uscire fuori casa.
Rispetto e amo profondamente la natura e spero che in una fase come questa, in cui l’argomento è particolarmente scottante, ciascuno di noi possa dare il giusto contributo per difenderla!
Per questo motivo è nata quasi una sorta di “mood contemporaneo” che ho cercato di rimarcare aprendo diverse rubriche nel blog, tutte dedicate a persone “contemporanee” curiose e vogliose di sperimentare, azzardare e informarsi.
Per rispondere a questa domanda non voglio descrivermi, preferisco semplicemente ricorrere ad alcuni aggettivi, che probabilmente sono quelli che mi rappresentano di più.
Mi definisco una donna: sincera, solare, creativa, appassionata, curiosa, vanitosa e… loquace (questo forse si era già intuito)!!!
Credo che il club di Contemporaneo Food e la sua filosofia mi calzi a pennello: il desiderio di conoscere e di informarsi, la curiosità, la sperimentazione sono proprio il fil rouge tra me e tutti gli appassionati che appartengono a questo piccolo angolo!
Forse è la prima volta che parlo/scrivo così a cuore aperto della mia passione per la foodphotography.
Grazie a chi è arrivato a leggere fin qui, posso dirti che sei un vero temerario!!!!
Il saluto che vi rivolgo è ormai diventato un po’ il mio motto, sono le parole che da quando ho aperto la mia pagina ig un anno fa, rappresentano sempre la chiusura perfetta di ogni mio post. Che dire…: “buon cibo a tutti!”

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