Cibo ed emozioni: un legame stretto li unisce

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Come ho anticipato ieri sia scrivendo l’interista alla dottoressa Silvia Mauro, sia nelle Stories di Instagram, oggi finalmente dopo diverso tempo si realizza un grande mio sogno: potervi proporre sul blog una Rubrica di psicologia al femminile che inizialmente toccherà diversi argomenti in qualche modo legati alla sfera del cibo, per poi svilupparsi toccando problematiche molti diverse ma sempre dipinte un po’ di rosa.
Eccoci finalmente al primo articolo: oggi io e la dottoressa Silvia Mauro abbiamo deciso di parlarvi di cibo ed emozioni e dello stretto legame che unisce questi due mondi.
Sarà che io adoro la psicologia, in realtà avrei voluto tanto fare psichiatria e poi specializzarmi in criminologia, ma poi ho finisto, totalmente insesperta, a seguire i consigli di mio papà e ho studiato economia…povera me! sta di fatto che qualsiasi argomento che tocchi in qualche modo la sfera psicologica mi apre inevitabilmente la porta di millemila ragionamenti e riflessioni, proprio come il tema di oggi che vuole essere una sorta di preludio a tutti gli altri articoli che nelle settimane prossime seguiranno.
Non voglio assolutamente perdere altro tempo e lascio subito la parola alla nostra dottoressa Silvia Mauro.

Cibo ed emozioni: un legame stretto li unisce

Buongiorno a tutti, altrettanto felice come Cristina sono ben contenta di inziare con voi a parlare di psicologia approfondendo fin da subito lo stretto legame che c’è tra cibo ed emozioni, in particolare della stretta relazione che c’è tra le nostre emozioni e il modo in cui mangiamo.
Le emozioni sono strettamente collegate al cibo: mangiamo per piacere e alcuni alimenti ci portano a sensazioni legate a ricordi.
Quando si pensa al cibo e al modo in cui mangiamo non possiamo non pensare anche agli aspetti emotivi legati a questo.

Cibo come compensazione

Sarà capitato a tutti in alcuni momenti della propria vita, di notare come il nostro umore influenzi anche il modo di mangiare.
In momenti in cui ci sentiamo più tristi e soli, potrebbe accadere che aumenti o diminuisca l’appetito o che abbiamo voglia di alimenti di cui prima neanche conoscevamo l’esistenza.
Il cibo, proprio perchè rappresenta una forma di piacere, può servire come mezzo di compensazione di disagi affettivi.
Nella nostra cultura, inoltre, esso spesso viene associato all’accudimento: nonni e genitori, fin dalla prima infanzia usano il cibo come forma di amore e di accudimento, una coccola che si faceva nel momento del bisogno, un modo per dimostrare il proprio affetto, quelle emozioni legate all’alimentazione le porteremo con noi per tutta la vita, di conseguenza quando ci sentiremo tristi e carenti di affetto, andremo alla ricerca di quel nutrimento emotivo che era legato alla nostra infanzia.
Quando stiamo bene e siamo in equilibrio, anche il modo di mangiare lo è, non andiamo alla ricerca di cibo spazzatura o non ci abbuffiamo quando siamo tristi.

Provare gioia

Ma come fare per vivere il proprio rapporto con il cibo in modo sano?
Provare gioia nel mangiare non sentirsi in colpa, vivere il cibo come forma di piacere senza sfociare in grandi abbuffate?
Innanzitutto partendo dalla mente, “Mens sana in corpore sano” dicevano i latini, il corpo parla prima della mente e imparare ad ascoltare il corpo ci aiuterà anche a comprendere meglio le nostre emozioni.
Una prima emozione legata al cibo abbiamo detto che è la gioia, il piacere di mangiare cose che ci piacciono, in compagnia o soli, ma comunque con gioia! Questa è un’emozione che ci fa vivere il rapporto con il cibo in modo equilibrato e difficilmente ci porterà ad uno squilibrio alimentare.
Anche perchè a livello biochimico, quando mangiamo, il nostro cervello scatena ormoni legati al piacere (come serotonina e dopamina) quindi partendo già da un punto di vista bioloigco il cibo è legato al piacere, dopodichè ci sono tutti i fattori emotivi e psicologici che abbiamo detto precedentemente (coccola, accudimento).

Provare paura

Ma ci sono invece emozioni che non ci permettono di vivere con equilibrio il momento del pasto, e la prima tra tutte è la Paura!
Paura di ingrassare, paura di perdere il controllo, paura della fame!
Ebbene si, spesso si sente dire “ho fame e non so cosa fare!” ma ricordiamoci che un corpo sano ha fame, l’appetito è una manifestazione di benessere e va vissuto con serenità!
Ma non sempre è così semplice distinguere se l’appetito che sentiamo è la manifestazione sana del nostro corpo che chiede nutrimento oppure se è una compensazione emotiva di un vuoto interiore più profondo.
Ma quand’è che viviamo il cibo come un nemico e non come un nostro alleato?
Le motivazioni sono molteplici, ma le emozioni legate al cibo dicono tanto su di noi.
Persone insicure e che tendono ad evitare le emozioni “negative”ed è più probabile che vivano anche male il rapporto con il cibo, inoltre il modo in cui in famiglia si viveva il cibo influisce poi sul proprio rapporto con esso fino a portare anche a disordini alimentari.
Non sto a dilungarmi troppo su quali siano le cause per cui capita di vivere male il rapporto con il cibo, perchè sono tante e soprattutto legate all’individualità di ognuno e andrebbero affrontate in una seduta di terapia e non su un blog, quindi vorrei parlare del piacere e della gioia legata al cibo.

Trovare un equilibrio

Perchè proviamo gioia quando ci sediamo davanti ad una tavola imbandita, magari con prodotti legati alle nostre origini, alla nostra terra e ai nostri ricordi?
Il cibo è parte di noi e della nostra identità, oltre ad un piacere legato ai nostri sensi, gusto, olfatto e vista..a volte direi anche udito (pensiamo al suono di un sugo che ribolle in pentola), è anche un piacere psicologico che riguarda la nostra individualità.
Come accennato fin dalla nostra infanzia momenti legati ai pasti vengono associati a momenti di convivialità, di accudimento, di condivisione. Questi ricordi vengono rivissuti quando ci mettiamo davanti ad un piatto che ce li ricorda.
Pensiamo ad una fresca sera d’estate al mare, siamo su una terrazza che ci permette di vedere la costa illuminata e siamo davanti ad un piatto di spaghetti allo scoglio e con una bella compagnia, una di quelle che ci fa essere felici.
Quel momento è bello per un insieme di fattori, ma ogni qualvolta sentiremo il profumo di spaghetti allo scoglio ci verrà in mente quel ricordo.
Da questo si deduce anche come l’ambiente influenzi la nostra relazione con il cibo.
Non basta nutrirsi, ma bisogna farlo nel modo giusto e rendere SANO il piacere di mangiare, partendo intanto dalla mente, cercando di ascoltare le nostre emozioni e il nostro corpo e non punendoci per un sano bisogno di mangiare, ma piuttosto viverlo con la gioia che lo accompagna!

Cosa ne dite? personalmente trovo tutto molto interessante.
Se vi interessa la psicologia, se avete domande o se avete piacere che insieme alla dottoressa Silvia si approfondiscano certe tematiche in particolare potete contattarci dalla pagina Contatti del blog seguendo questo link diretto oppure, ancora meglio, potete seguirmi su Instagram dove attraverso tante Stories interessanti io e la dottoressa approfondiremo al di là dell’articolo settimanale sul blog diverse curiosità…ecco il link a Instagram
Qualsiasi domanda la girerò subito a Silvia.

 

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