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La figura del veterinario nutrizionista: scopriamo chi è e cosa fa

Considerato che in tanti, soprattutto nell’ultimo periodo, avete associato il fatto che mi occupo a tempo pieno di cucina sana con il fatto che a casa ho un piccolo zoo, un bassotto e due gatti, chiedendomi molto spesso consigli su come alimentare al meglio il vostro amico a quattro zampe con ricette e quant’altro, consapevole di non avere assolutamente le conoscenze adatte per dare consigli effettivamente utili e mirati, ho ritenuto fosse una bella idea iniziare tra le tante novità anche una categoria tutta dedicata all’alimentazione dei nostri amici a quattro zampe avvalendomi del supporto tecnico e preparato di un team di Veterinari Nutrizionisti e addirittura di una clinica veterinaria intera…le cose d’altronde…bisogna farle bene 😀

In questo primissimo post, ci tengo a far parlare direttamente una delle Veterinarie Nutrizioniste che mi daranno una mano in prima linea rispondendo di volta in volta alle domande che mi farete.
In particolar modo oggi sentiamo la voce e il parere della dottoressa Alessia Candellone: queste le sue parole.

Ogni qual volta abbia l’onore e l’onere di scrivere di Nutrizione del cane e del gatto mi piace citare il seguente aforisma: “Se pensate che i cani non sappiano contare, provate a mettere tre biscotti in tasca e poi datene a Fido solo due…(Phil Pastoret)”.
Esso racchiude l’essenza del mio approccio professionale al complesso ed affascinante mondo dell’alimentazione dei pets.
La citazione, seppur in tono goliardico, fa infatti emergere alcuni aspetti fondamentali cui il Medico Veterinario Nutrizionista si ispira nell’esercizio del proprio lavoro.
Il concetto di cura: inteso nella sua accezzione più ampia di “impegno assiduo e diligente nel perseguire un’attività, nel provvedere a qualcuno con premura e dedizione”.
Nutrite un cane, infatti, non vuol dire solo provvedere al suo sostentamento metabolico, ma significa altresì creare un legame affettivo destinato a durare nel tempo.
Mi piace infatti pensare che ogni qual volta io acquisisca un nuovo paziente, cane o gatto che sia, diventi responsabile della gestione nutrizionale non di una malattia ma di un individuo e del contesto socio-culturale all’interno del quale questi è inserito.
Sulla base di tali considerazioni, diventa chiaro come l’alimentazione debba essere “customizzata” sulla base delle esigenze del singolo caso.

Il secondo concetto emergente dall’aforisma riportato è quello di razionamento e bilanciamento, richiamanti la “scientificità” della disciplina oggetto di trattazione.
La mano del proprietario citato nel testo, che fornisce a Fido 2 biscotti anziché 3, è null’altro che il prolungamento della mia mano che, precedentemente ha indicato su un referto di consulenza nutrizionale effettuata dopo accurata valutazione clinica, il tipo e la quantità di premi ed extra adeguati alle esigenze specifiche di quell’individuo.

L’alimentazione è una disciplina scientifica basata su conoscenze teoriche e pratiche maturate nel corso del tempo, su numeri e su calcoli precisi e deve pertanto essere considerata dai non addetti ai lavori alla stregua di qualsiasi altra branca della Medicina.

Terzo ed ultimo concetto contenuto nella frase di aperura è quello di fudicia e rispetto tra curante e paziente, tra paziente e proprietario e tra que’ultimo ed il curante.
Il proprietario, nell’aforsma, a fronte dello sguardo supplichevole di Fido sa di dover rispettare le indicazioni date dal Veterinario Nutrizionista perché ha fiducia nel suo operato.
D’altro canto il Veterinario Nutrizionista si impegna a fornire indicazioni basate sulle evidenze emergenti dalle ultime pubblicazioni in materia di alimentazione del cane.
Nel corso dell’ultimo trentennio, infatti, il mestiere del Veterinario ha subito una spinta evolutiva notevole: i progressi scintifici e tecnoligici, da un lato, ed il mutamento del ruolo dell’animale nelle dinamiche familiari e sociali dall’altro, hanno infatti gettato le basi per la professione del nuovo millenio.

Un tempo Fido e Micio erano cani e gatti da cortile senza pedigree, deputati al monitoraggio delle greggi o alla lotta contro i roditori, i cui servigi venivano ripagati con la somministrazione di avanzi di cucina e sbrigative carezze di ricorrenza.
Fido e Micio, oggi, hanno lasciato la campagna per trasferirsi in città, sono diventati componenti del nucle familiare, afferiscono a razze ” di tendenza”, hanno cappottini e medagliette sulle quali campeggiano nomi che evocano bevande alcoliche o personaggi famosi, dormono in cucce griffate e fanno la guardia esclusivamente alla ciotola.
La figura del medico veterinario ha necessariamente subito una trasformazione parallela alla scalata sociale compitua dagli animali da affezione.
Il medico condotto dedito alla cura degli animali da reddito che, occasionalmente, dava uno sguardo al cane zoppo del contadino o del gatto da cascina, ritornato malconcio dopo una lotta con altri simili non esiste più.
Oggi la medicina dei piccoli animali rappresenta invece la branca professionale più ambita dalle nuove generazioni di veterinari, impegnati ad acquisire competenze sempre più specifice per rispondere con professionalità e scientificità alle domande poste dai proprietari dei pets del 2000.
In questo cintesto scientifico-culturale la figura del Veterinario Nutrizionista assume pertanto un ruolo centrale.
“Quali integratori utilizzare per la cura del gatto anziano?”o “Come posso nutrire il mio cucciolo?” o ancora “Quali rischi corro nel fornire carne cruda ed ossa?”

Queste sono alcune delle domane alle quali il Veterinario Nutrizionista deve essere pronto a rispondere: riviste di informazione, trasmissioni e siti internet pullulano infatti di campagne pubblicitarie ineggianti il consumo di alimenti biologici, crudi, dietetici o funzionali.
Una simile tendenza ha contagiato anche il settore del pet food dove diete vegane, glute free, ancestrali o biologicamente appropriare spopolano tra i consumatori.
Ma cosa c’è di vero in tutto ciò?

Se negli anno ’60 i cani venivano alimentati con pane raffermo e scarti della macellazione, gli anni ’80-’90 hanno visto nascere e crescere le aziende mangimistiche produttrici di cibi secchi ed umidi destinati ai differenti stadi fisiologici e patologici del cane e del gatto.
A partire poi dai primi anni del nuovo millenio, i propretario degli amici a quattro zampe hanno manefestato un nuovo interesse verso l’alimentazione casalinga a crudo, giudicata più naturale o rispettosa dell’etologia e della fisiologia dellanimale.
Un celebre aforisma coniato da Jean-Anthelme Brillant-Savarin agli inzi dell’Ottocento recita “dimmi cosa mangi ti diro chi sei!”
Tale affermazione può essere estesa infatti al ruolo cruciale nella scelta del regime alimentare del proprio animale e le scelte nutrizionali compiute dai proprietari, possono essere influenzate, come espresso poc’anzi da numerosi fattori (conoscenza dei fabbisogni, qualità e salubrità della materie prime utilizzate, stile di vita orientamento alimentare personale, mode e tendenze del momento) ed influenzare a loro volta salute, qualità ed aspettative di vita dello stesso animale.
Il ruolo del Veterinario Nutrizionista è pertanto quello di fornire al proprietario gli strumenti necessari a discriminare la realtà scientifica dalla “pseudoscienza” che orbita attorno al mondo del pet food, con l’obiettivo comune di promuovere la salute e il benessere dei nostri amici a 4 zampe…con cura, scientificità e rispetto.

Dott.ssa Alessia Candellone,

Medico Veterinario

Master Europeo di Medicina Interna del cane e del gatto

Dottoranda di Ricerca presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie di Torino

Contatti: alessiac84@yahoo.it


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