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La mandorla è in buona sostanza il seme di una pianta che si chiama mandorlo, appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
Da sapere che il mandorlo è originario dell’Asia: la mandorla cresceva già nell’età della pietra e presumibilmente venne coltivata a partire dall’età del bronzo, diventando il primo frutto lavorato dell’antichità.
In Italia arrivò prima in Sicilia per poi diffondersi in Francia e in Spagna.
E’ una pianta longeva che può raggiungere, a seconda delle varietà, anche i 10 mt d’altezza.
I fiori sono generalmente di color bianco rosato.
Il frutto è formato da un involucro verde-grigiastro detto mallo, che contiene il nocciolo legnoso con all’interno uno o due semi appiattiti, ovvero il prodotto che noi abitualmente consumiamo, la mandorla.
Numerose sono le cultivar presenti a livello mondiale, tanto è che si possono contare più di 400 varietà differenti, caratterizzate ognuna da specifico gusto e composizione chimica.
I paesi del Mediterraneo presentano un’elevata riserva di biodiversità della specie, e in alcune nazioni come l’Italia e la Spagna sono presenti più di cento varietà diverse.
Anche alcuni paesi dell’area nord-africana mostrano particolare attitudine alla coltivazione di questo seme: ritroviamo circa 30 varietà differenti fra Tunisia, Turchia e Marocco.
Gli USA, grazie all’elevata produzione della California (primo produttore al mondo per quantità), presentano un buon numero di varietà coltivate, circa 60.
La qualità delle mandorle è fortemente correlata con la quantità di lipidi e la loro composizione.
Questi parametri possono essere influenzati in primo luogo dalla varietà, ma anche dalle condizioni ecologiche, dal luogo di coltivazione e dalle tecniche usate per la coltivazione.
Alcuni studi hanno infatti dimostrato come mandorle raccolte ancora fresche , anche se con quantitativi minori di lipidi, sono caratterizzati da qualità migliori dei grassi.
Tra le operazioni agronomiche l’irrigazione è considerato un fattore molto importante, influenzando anche il peso del seme.
I fattori genetici, il suolo, le condizioni meteorologiche, l’utilizzo di fertilizzanti e lo stato di maturazione durante la raccolta, modificano il livello finale dei minerali presenti nelle mandorle.
Anche le condizioni di conservazione e quindi assenza di insetti, tempo di conservazione, modalità di conservazione come l’utilizzo di atmosfera controllata e temperature ottimali, possono influenzare la qualità e la stabilità della mandorla.
In realtà se vivessimo in un mondo “migliore”, staremmo qui a disquisire su quali mandorle possano essere considerate migliori tra quelle siciliane, pugliesi o californiane, tutte, nella teoria, ottime e interessanti per motivi differenti.
Senza addentrarci troppo, è importante tenere presente un dato fondamentale: nelle mandorle di provenienza italiana i casi in cui, a seguito di controlli, si riscontrano percentuali presenti di sostanze tossiche per la nostra salute è davvero minima.
Purtroppo questo non si può assolutamente dire delle mandorle provenienti dalla California e non solo.
Pare infatti che queste mandorle siano troppo spesso con valori di aflatossine, ovvero micotossine, ovvero tossine prodotte da alcune specie di funghi, strettamente legate allo sviluppo di tumori.
Sembra che le cause maggiori siano legate alle condizioni di stoccaggio durante i trasporti.
Il punto è che molte aziende italiane per far fronte alla forte domanda di mandorle acquistano il prodotto proprio da paesi stranieri.
Su 130 campioni di mandorle analizzate tra il 2011 e il 2014 dall’ARPA Puglia, sono il 2% della frutta secca italiana contiene tracce (comunque entro i limiti di legge) di micotossine, contro il 16% della frutta secca importata e in ben 5 casi la frutta secca importata eccedeva persino i limiti.
Occhio quindi all’etichetta!
Le mandorle sono prevalentemente dolci, ma se ne trovano anche di amare.
Queste ultime vengono però considerate tossiche perché contengono amigdalina e in dosi eccessive possono causare problemi.
Da sapere però che in quantità adeguate il loro impiego diventa prezioso per preparare alimenti sfiziosi come gli amaretti o produrre ottimi liquori.
Di loro si può sicuramente dire che siano un alimento completo tra l’altro, il primo ad essere considerato “amico della nostra salute”.
Le mandorle hanno:
Riassumendo, le proprietà delle mandorle sono ottime nel contrastare i radicali liberi, proteggere l’organismo e tenerlo lontano da malattie quali tumori, diabete o disturbi cardio-vascolari.
Pare che tutti gli studi medici concordino con l’affermare che la dose giornaliera migliore di mandorle sia circa 30 grammi che corrisponderebbero più o meno a circa 15 unità.
E’ vero?
Assolutamente si!
Ormai diversi studi hanno dimostrato che assumere circa 40 grammi di mandorle al giorno riduce la concentrazione di grasso addominale, causa tra l’altro di infiammazioni e di malattie cardiache.
Diminuisce notevolmente anche il colesterolo.
I loro fiori sono i primi a sbocciare e in un batter d’ali svaniscono nell’aria: per questo le mandorle simboleggiano la speranza, oltre che il ritorno in vita della natura ma, sfiorendo nell’arco di un breve lasso di tempo, rappresentano anche la delicatezza e la fragilità.
La piega nell’angolo interno degli occhi delle persone asiatiche sembrerebbe disegnare una mandorla.
Il motivo è da rintracciare nei caratteri ereditari: questa particolare conformazione, infatti, serviva ai loro antenati siberiani per proteggere gli occhi dal vento, dal freddo e dalla luca riflessa dalla neve.
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