Oggi con grande piacere vi presento un giovane e talentuoso artista italiano, Mauro Serra, un fotografo che con i suoi scatti ha rubato la mia attenzione, a tal punto da decidere di proporgli una collaborazione.
Da profana definirei i suoi lavori, una vera e propria forma d’arte che oscilla dal dipinto alla fotografia così come siamo abituati ad intenderla solitamente, un mix che spesso si mescola a tal punto da non permettere di vedere delle nette differenze.
L’unica cosa che è consentito fare è fermarsi un attimo e ammirare e osservare, godendoci tutte le sfumature di colore, i giochi di luce e la capacità di rendere le peculiartà di ognuno di noi, il più delle volte proprio da noi stessi definite difetti, qualcosa di interessante e bello che ci racconta.
Per fortuna, dopo averlo conosciuto e dopo avergli proposto di collaborare Mauro ha accettato: abbiamo appena terminato due shooting molto carini che presenterò oggi anche sulla mia Bacheca di Instagram e stiamo progettando di lavorare insieme per diverso tempo, in modo da poter creare un percorso creativo caratterizzato dalla condivisione e dallo sviluppo delle nostre “matte idee” con la volontà di dar vita a qualcosa di davvero bello, ricco ed espressivo.
Cosa che non guasta affatto, Mauro Serra è un professionista di quelli che ben sapendo cosa serve fare, non stanno a perdersi in chiacchiere, ma al contrario in modo puntuale e con grande pazienza (vi assicuro, con me come modella ne serve davvero tantissima perché non mi piaccio mai in nessuna foto seppur in se bella…) agiscono e mettono sul piatto, in concreto tutte le capacità e la creatività necessarie, risolvendo in diretta, sul campo e con molto “savoir faire” qualsiasi imprevisto dell’ultimo minuto.
Ovviamente anche se starei qui ore a parlarvi di cosa mi piacerebbe sviluppare con Mauro Serra nei prossimi mesi, non posso giustamente svelarvi molto di più…sicuramente sarà un work in progress stimolantissimo per noi e spero anche per voi che vedrete il risultato finito.
Non mi perderei quindi in ulteriori parole, ma vi proporrei di seguito le domande che ho pensato per Mauro e le risposte che lui ha deciso di regalarci.
Vi lascio il link per godervi il suo sito e tutti i lavori www.mauroserra.com e per poterlo seguire su Instagram.
Buona lettura!

Ho iniziato a fotografare grazie ad una mia ex ragazza turca con la quale giravo per l’Italia facendole visitare varie città, finivo sempre per rubarle la sua macchina, quindi ho deciso di comprarne una.
Scelsi una compatta con delle impostazioni manuali che mi permetteva un minimo di gestire lo scatto, da li ho capito che fotografare non voleva solo dire punta e scatta, ma che poteva essere un metodo di espressione, ho iniziato ad appassionarmi, vedevo che miglioravo molto velocemente e senza sforzi, quindi ho capito di avere una certa attitudine naturale.
Con il primo stipendio del dottorato ho subito sostituito quella compatta con una reflex, ricordo di essermi sentito anche un po’ in colpa perché quella compattina l’ho usata davvero poco, ma mi è subito stata stretta. Avevo paura che stessi investendo troppi soldi per un hobby costoso. Fortunatamente sono iniziati ad arrivare i primi lavoretti grazie ai quali reinvestivo il guadagno in attrezzatura.
Mi rendeva felice e mi sentivo portato, sentimenti che non avevo più per il mondo della ricerca scientifica, la quale mi interessava ma non mi “smuoveva dentro”. Perciò dopo il dottorato ho deciso di dedicarmi completamente alla fotografia.
Mi sono trasferito a Milano e ho frequentato la Cfp Bauer. Credo che sia da li che ho iniziato a diventare un fotografo.
La luce che uso spesso e volentieri è un chiaroscuro un po’ pittorico.
Ho sempre avuto una smisurata ammirazione per le opere di Caravaggio, che per ovvi motivi non riuscivo a replicare in pittura. Poi sono diventato bravino in fotografia ho iniziato a capire come modificare la luce in base alle mie esigenze (motivo per cui non mi preoccupo di scattare in case buie :P) e iniziava a bazzicare in me l’idea di provare ad usare il chiaroscuro in fotografia.
Un giorno sono andato a casa di un grande fotografo molto famoso, Bob Krieger, e dopo tanti consigli, prima di salutarmi mi diede in mano un libricino di Caravaggio e mi disse “studia la sua luce”. Visto che era già una cosa che avevo in mente di fare, ho colto al volo il suo consiglio.
Il primo tentativo fu questo: https://issuu.com/
Da li quando posso la ripropongo, in alcune varianti più o meno forti, nei miei lavori. Per i colori invece in post produzione ho preso la foto di un quadro di Caravaggio, una mia foto ed ho cercato di riportare la mia foto ad un risultato simile a quello del quadro.
Ultimamente però sto cercando di usare più la pellicola rispetto al digitale. In quel caso la scelta dei colori che ottengo va fatta prima, scegliendo sia le pellicole adatte che come usarle. Le sensazioni che voglio trasmettere variano molto da mood a mood.
Diciamo che un filo conduttore può essere trasmettere il concetto che ogni persona ha delle particolarità che la rendono interessante, spesso queste particolarità vengono chiamate difetti e nascoste, io invece quando mi è concesso le prendo le le metto in mostra facendone un punto di forza.

Il ché non vuol dire non progettare niente, ma vuol dire non vivere una vita brutta nella speranza di averne una migliore in un futuro del quale non si è certi. La mia aspirazione massima è quella di riuscire a vivere bene di fotografia, e non fotografia da “negoziante” ma di fotografia d’autore.
Non è facile ma voglio provarci.
Nel campo lavorativo e commerciale un’ altra cosa che mi renderebbe fiero sarebbe lavorare in maniera diretta con aziende importanti, arrivare al punto che un’azienda importante scelga me per rappresentare la sua immagine.

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